Il parco archeologico di Siracusa
Il parco archeologico della Neapolis è una zona archeologica piena di reperti che appartengono a più epoche della storia siracusana e corrisponde ad una parte dell’antico quartiere di età greca chiamato Neapolis, che in greco significa “citta nuova”.
Con i suoi 240.000 m² è una delle zone archeologiche più vaste del Mediterraneo, i monumenti riportati alla luce in questa zona sono davvero tanti abbiamo:
– L’ara di Leone II;
– La Grotta del Ninfeo;
– La Grotta dei Cordari;
– Le latomie della Neapolis;
– La piscina Romana;
– Arco Trionfale di Augusto;
– La Chiesa San Nicolò ai Cordari;
– I Sarcofagi di pietra romani e case ellenistiche;
– La Via dei Sepolcri;
– I Mulini di Galerme;
– La Necropoli Grotticelle.
In questo articolo vi parleremo dei due ritrovamenti più importanti che sono stati fatti e sono l’Anfiteatro Romani e il Teatro Greco.
L’anfiteatro Romano presente all’interno del parco archeologico appartiene alla prima età imperiale romana e fu riportato alla luce dal duca di Serradifalco nel 1839. La grandezza dell’anfiteatro è notevole ha una lunghezza di 140 metri, una larghezza di 119 metri e presenta due ingressi.
Protagonista di questa opera è l’arena, alla quale avevano accesso tramite passaggi sotterranei i gladiatori e le belve durante gli spettacoli.
Il Teatro Greco è un forte polo di attrazione per il turismo, il suo fascino rimane impresso nella mente di chi lo visita, la sua storia è molto antica e inizia nel 470 A.C. quando fu edificato.
Ai tempi era il fulcro della vita sociale cittadina e nel corso del tempo ha ospitato le rappresentazioni delle opere di autori importantissimi come Sofocle ed Eschilo arrivando ai nostri tempi perfettamente conservato. Ciò si può evincere da alcune sezioni del parco e dagli edifici scenici ancora in parte visibili.